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Musée du quai Branly-Paris

e

Musée des Confluences
Rhône
Le Département-Lyon

 

 

 

"Voyage à Bandiagara"

 

 

 

 Présentation de l'ouvrage
en présence de l'auteur Ferdinando Fagnola
le 9 septembre 2009 à partir de 15h
Salon de lecture Jacques Kerchache
musée du quai Branly
37 quai Branly
75007 Paris

 

 

 

Auguri

 

                                                                                              Marcello Lattari

 


 

 

invito

presentazione

recensione

reportage fotografico

 

 

RECENSIONE

 

 

 

 

 


  Mio caro Ferdinando,

  nel momento stesso in cui mi hai consegnato il tuo libro, dopo averlo firmato con dedica, ho subito avvertito una gioia intima, conseguenza suggestiva di assimilazione mediante una sorta di simbolica osmosi di passaggio della tua grande e specifica conoscenza, che con forza magnetica invisibile penetrava nell'anticamera del mio spirito di ricercatore e nel contempo, con la velocità del pensiero, mi trasportava lungo il tuo percorso, nel tempo e nello spazio, partecipandomi con simbiosi alla tua fatica, madre di ogni tua soddisfazione.

  Questa mia non può, non deve, non vuole essere una classica recensione di maniera tal che, come un foglio affisso in una bacheca perde la sua incisività fagocitata lentamente dall'azione della luce che scolorisce pateticamente ogni traccia di inchiostro, col tempo inesorabilmente si perda nel dedalo dell'oblio o venga dimenticata in un polveroso scaffale di qualsivoglia biblioteca.

  Voglio scriverti una lettera privata ma di pubblico dominio nella quale io possa esprimerti le mie sincere emozioni non falsate come le esposizioni descrittive dei sentimenti di circostanza che si usano in un tipo di letteratura imbevuta di adulazioni diplomatiche ed esteriorità tautologiche.

  Lontano nel tempo, corroborato da tutt'altra cultura endemica della mia Terra, quella per "repetita iuvant" dei bronzi di Riace, una piccola strada mi attrasse: quella dell'arte africana. Avevo soltanto 25 anni di età e nella mia Calabria non esisteva alcun libro su tale argomento: ho subito capito che questa conoscenza mi sarebbe costata sacrifici ed ancora sacrifici.

  Ed eccomi qui a Parigi, al "musée du quai Branly", nel Salon de lecture Jacques Kerchache, presente ad ascoltare la tua presentazione del "tuo" libro, Voyage à Bandiagara, seduto ad una tavola rotonda assieme alla gente che veramente "conta", per invito personale e selettivo intervenuta numerosa per renderti il sacro e giusto onore ampiamente meritato dalla tua dedizione e dal tuo enorme ed instancabile lavoro.

  L'atmosfera è veramente magica ed il composto bisbigliare degli ospiti ben si adatta alla grande importanza dell'evento che si svolge in una sala dominata logisticamente dalla presenza del prodotto artistico africano, ingombrante con la sua mole e contemporaneamente aleggiante con la leggerezza delle forme: un ambiente certamente proporzionato al puro significato della presentazione del tuo grandioso Voyage à Bandiagara.

  Dopo il viaggio di Louis Desplagnes en 1904-1905, quello di Leo Frobenius tra il 1907 ed il 1909, quello di Michel Leiris nel 1931, di Denise Paulme e Deborah Lifchitz nel 1935 ed i numerosi viaggi di Marcel Griaule fino al 1954, oggi possiamo aggiungere anche il tuo viaggio, quello di Ferdinando Fagnola, effettuato in più riprese nell'affascinante quanto impervio territorio del popolo Dogon, sulle tracce dell'esploratore francese Desplagnes, tra il 1978 ed il 2009.

  Arricchiamo pertanto maggiormente la nostra conoscenza sul Pays Dogon soprattutto ringraziando te, caro Ferdinando, attraverso l'acquisizione delle tue esperienze che resteranno perpetuamente presenti tra le righe di una storia scritta di quel popolo, sublimandone la tradizione orale ed inserendone a pieno merito gli ultimi cento anni nella storia planetaria.

  Un plauso doveroso ed un pensiero riconoscente voglio indirizzare anche all'Editore, Officina Libraria di Milano, per la perfetta esecuzione del volume, impreziosito da una veste professionale ben suffragata da un'ottima grafica, dal corredo di splendide e nitide fotografie, da numerose mappe minuziose del territorio in oggetto nonché da particolareggiate carte geografiche, etnografiche e geodetiche che rendono il nostro libro indispensabile per qualsiasi viaggiatore che abbia come nobile intento una conoscenza ben approfondita della falesia di Bandiagara e non, altresì, il superficiale desiderio di effettuare il solito viaggio turistico organizzato, a scopo di lucro, nel territorio dogon, per presenziare ad una danza che non possiede più nulla delle antiche tradizioni rituali.

  Dunque la lettura e soprattutto lo studio del libro è indicato per chiunque ama non solo la cultura Dogon, la sua arte, le maschere, le danze, i riti e ritualità, la cultura materiale, la vita quotidiana, ma anche la geografia di un territorio il cui fascino è stato fattore determinante di attrazione su tutti coloro i quali si sono interessati generalmente all'Africa ed alla sua cultura.

  Nel formularti i miei più sinceri auguri per l'indiscutibile successo del risultato del tuo lavoro, ti ringrazio a nome degli appassionati di storia ed arte africana, certo di interpretare la volontà, il desiderio e le emozioni di tutti, ma non prima di esprimerti affettuosamente la mia soddisfazione per aver avuto il privilegio di aver fatto la tua conoscenza. Spero che non ti dispiacerà se termino con una frase di Seneca: "Non si scoprirebbe mai niente se ci si considerasse soddisfatti di quello che si è scoperto".

  Parigi, 9 Settembre 2009

                                                              Marcello Lattari

 

 

 

 

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