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miti e leggende

 

 

 

 

" Vivere nel ricordo è il modo più completo di vita che si possa immaginare: il ricordo sazia più di tutta la realtà ed ha una certezza che nessuna realtà possiede. Un fatto della vita che sia ricordato è già entrato nell'eternità e non ha più alcun interesse temporale. "
Soren Kierkegaard
(Enten-Eller I)

 

 

Baoulé :  Maschera  "bo nun amuin"- interdetta alle donne.      

     ...è assolutamente proibito alle donne di vederla come saperne l'esistenza, pena la morte....!

 " Une fois qu'elles ont vu, il y a une peur qui s'installe en elles et c'est cela qui le fait mourir"(Kami 1996)

 il mito:  "Un giovanetto sporco e malato  si avvicinò ad una donna nella savana e le chiese dell'acqua da bere. La donna si rifiutò; in quel momento il giovanetto vide un uomo che beveva del vino di palma e questi lo invitò a dividere con lui. L'uomo condusse il giovanetto al villaggio e se ne prese cura. Il giorno seguente il giovane gli disse: io non sono affatto un giovane, io sono un dio (amuin), io sono una danza. Da questo momento appartengo a te e a tutti gli uomini e non alle donne. Fin da ora io sono in guerra con le donne; se una donna mi guarda io la ucciderò." Questa è l'origine del "bo nun amuin" (Susan M.Vogel, L'Art Baoulé, pagg. 207-208, Adam Biro 1999, Paris)

La grande maschera del " bo nun amuin", al contrario delle altre maschere che vengono conservate nel villaggio, è  nascosta nella savana, per preservarla alla vista delle donne e, nonostante somiglia a degli animali potenti della savana, come il bufalo ed il coccodrillo, i Baoulé non la considerano come appartenente al mondo animale, ma la associano innegabilmente alla stessa savana e alla virilità.

 

 

Calao :   Uccello della famiglia dei Bucerotidi (Bucerotidae).

zoologia :  Il Bucero, che chiameremo da ora in avanti col nome volgare  " Calao " , è prevalentemente riconoscibile per la presenza di un becco grosso e di forma assai strana, sovente dentato, più o meno ricurvo e compresso e in molti casi sormontato nella parte prossimale da singolari protuberanze o da formazioni cornee particolari; questo becco è in molti casi molto leggero poiché internamente la massa del becco stesso è costituita da cellule trabeccolate. In generale questo uccello ha forma allungata, a motivo del lungo collo e della lunga coda, quest'ultima costituita generalmente da 10 timoniere. Spesso la zona intorno all'occhio è in questo uccello priva di piume e le palpebre, particolarmente le superiori, presentano sovente dei rigidi peli che possono essere paragonati alle ciglia umane. In alcuni casi anche la pelle della gola è nuda e a volte vivamente colorata. Assai interessanti sono i costumi di nidificazione di questo gruppo di uccelli. All'epoca delle cove i  Calao  depongono le loro uova all'interno di cavità degli alberi; dopo di che il maschio imprigiona la femmina all'interno del nido murandone l'ingresso con un impasto particolare costituito di fango, di argilla e, sembra, anche con avanzi di sterco di erbivori e lasciando aperto soltanto un piccolo pertugio attraverso il quale il maschio provvederà a portare il cibo sia alla femmina, sia, più tardi, ai piccoli; nel corso di questo periodo il lavoro del maschio è assai intenso poiché esso, oltre a provvedere al personale nutrimento, deve anche procacciare  sia per la femmina sia per i nuovi nati il cibo che viene passato ai " prigionieri "  tramite il lungo becco che viene infilato totalmente nel buco che accede al nido. (Enciclopedia Italiana delle Scienze, scienze naturali, vertebrati, vol.1°, pag. 316, Istituto geografico De Agostini S.p.a. 1972, Novara).

Il mito :    Il " Calao " è, senza dubbio, l'uccello mitico di quasi la totalità dei popoli dell'Africa centrale, ma ha un posto sicuramente più importante nella mitologia delle etnie del Sudan occidentale e particolarmente in quella del popolo Senufo. Infatti, presso questo popolo, il Calao viene rappresentato in quasi la totalità delle statue e maschere, in forma più o meno astratta e simbolica. E' chiaro che, in generale, tutto si basa sulla fertilità e sulla riproduzione, ma le forme di interpretazione dipendono sia dall'anatomia dell'uccello che dalle sue abitudini per la nidificazione. Il lungo becco rappresenta il pene e nella statuaria, con una lunga curva, si congiunge con il ventre gonfio e, in una forma di ermafroditismo simbolico, ingravida se stesso. Anche il modo per come il maschio infila il lungo becco nel buco del nido ricavato dalla cavità di un albero è interpretato come un vero e proprio atto sessuale e l'assistenza per la femmina ed i piccoli è di esempio per l'uomo. Alcuni popoli, oltre i Senufo, come ad esempio i Dogon, i Bambara ed altri Mande, cospargono le statue degli antenati con escrementi di Calao, mescolati con terra, che rappresenta la femmina, e con gusci d'uovo triturati di serpente, che rappresenta il maschio, come rito propiziatorio per la fertilià. (Marcello Lattari.)

 

 

 

Baoulé La leggenda degli  asié usu

Gli  " asié usu " sono delle creature stravaganti che abitano nella savana e prendono contatto con gli esseri umani in maniera occasionale. Sono maschi e femmine, hanno degli aspetti pittoreschi e spesso assumono nomi di persone. Si trovano sulle cime delle montagne, nelle valli dei fiumi, nei mari ed anche in certi grandi alberi della foresta. Sono capricciosi e vanno in collera facilmente e le persone, involontariamente, rischiano di provocare la loro collera. Ma possono ugualmente essere generosi e come dice Kouassi Aya : " Se siete bravi cantanti e cantate nei campi, gli asié usu vi ameranno e scenderanno su di voi ". Vi  " possiedono " ai funerali o, inaspettatamente, vi mettono in transes; possono anche seguirvi al villaggio e porvi dei problemi se voi stabilite un culto e divenite un "devin" per le transes che si chiamano "Komien". La statuina Janus, qui a fianco riprodotta, abbastanza rara, come dice Susan M. Vogel, nell'arte Baoulé, certamente è stata scolpita per gli asié usu perché non può identificarsi con i "Blolo" che sono statue più grandi e complicate. " Alcune persone, dice la Vogel, mi hanno raccontato che se le statue scolpite per gli asié usu non  sono belle e raffinate, esse non sono efficaci perché gli asié usu si rifiuteranno di posarsi al di sopra di esse. Anzi molti  pensano che se la statua è brutta può addirittura causare un'offesa agli spiriti che faranno del male o al proprietario o allo scultore." Nyamien Amenan che spiegava alla Vogel la forma particolare del suo scacciamosche così diceva: " L'asié usu a demandé deux visages (sculptés dedans) mais je ne sais pas pourquoi. J'ai juste fait ce qu'il me demandait. Je ne sais pas ce que ca représente, mais je pense que les asié usu demandent des choses qui plairont aux gens qui viennent voir la danse ( Beboussou, Région Agba Katienou, 1994)". (Susan M.Vogel, L'Art Baoulé, pagg. 224, 230, 231, Adam Biro 1999, Paris)

 


 

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