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SENOUFO: kpelie mask

 

 

 

 

                                                           

 

Maschera facciale  " Kpelie "  -  SENUFO: Costa D'Avorio / Mali

Legno, pigmenti policromi, patina d'uso. Dimensioni: cm  h37,5 x L19 x p11  (nelle fotografie in dimensione reale)

Prima di cominciare a scrivere la descrizione della maschera, è mio desiderio mostrare una foto di Christopher Steiner.

La fotografia che vedete qui sopra è pubblicata in: African Art in Transit - Christopher Steiner - (Cambridge University Press, 1994)

Naturalmente quelle che vedete nella fotografia non sono maschere scolpite dai fabbri del villaggio ad uso rituale della società segreta " Poro " : sono soltanto dei ragazzi che si guadagnano da vivere lucidando le maschere che vengono fabbricate per i turisti del mercato occidentale. Come potete notare ed intuire anche da questa fotografia, tale produzione è piuttosto notevole e credo che la maschera  " Kpelie " del popolo Senufo sia in assoluto la maschera africana più falsificata. I Senufo o Siena occupano una vasta regione sulla Costa D'Avorio settentrionale, ai confini del Mali e dell'Alto Volta (attuale Burkina Faso). Compongono un gruppo eterogeneo, storicamente sottomesso alla pressione dei popoli sudanesi del Mande, ancora aperto agli influssi culturali arcaici (Lobi). Ottimi agricoltori, si impadronirono anche delle tecniche e delle arti, al punto che le loro opere plastiche sono fra le più famose del mondo negro e, come accennavamo prima, nel contempo, le più imitate. Gli intagliatori in legno si raggruppano in una casta ( dalobele o Kpembelé ). Si servono spesso di un legno che, tenero quando è appena abbattuto, indurisce e annerisce invecchiando. Completano la loro opera colorando alcune parti dell'oggetto con una tintura nera stesa su un fondo rosso. I volti non sempre sono trattati minuziosamente, ma vi si ritrovano sempre le caratteristiche principali, cioè la forma allungata e il prognatismo accentuato. In certe opere i particolari sono resi con cura e subiscono una deformazione significativa: sopracciglia incrociate, occhi chiusi da palpebre voluminose, bocca atteggiata a smorfia; l'insieme dà l'impressione della meditazione. Abili artisti e buoni manipolatori di simboli, i Senufo hanno popolato i loro villaggi di "maschere"  formanti una vera e propria società che moltiplica in un certo senso la società umana.

La maschera kpelie appartiene, come detto sopra, alla società Poro, organizzazione preposta al controllo politico e sociale. Rappresenta uno spirito soprannaturale che risponde alle suppliche di chi lo invoca. Appare nelle danze di ringraziamento per i raccolti abbondanti e nei riti funebri. Le maschere di questo tipo hanno caratteri comuni, come il viso allungato, la bocca sporgente, e tutte quelle decorazioni che incorniciano il viso (ali di Calao, corna di bufalo, ecc.). In alcuni casi la maschera è abbellita da disegni incisi e porta sul capo la testa del Calao (uccello sacro, simbolo di fertilità); in altri casi, come nella maschera della nostra collezione, è ravvivata da decorazioni dipinte in bianco e rosso e porta sul capo una piccola scultura che è l'immagine intera dell'uccello Calao che, nella nostra maschera, è andato distrutto e perduto. Il costume del danzatore consiste di una tuta bicolore con fitte frange al collo, ai polsi ed alle caviglie.

Dunque una menzione particolare merita la maschera Kpelie, grazie alla quale l'arte senufo raggiunse la sua migliore espressione. Maschera umana di piccole dimensioni, dove il volto allungato è circondato da vari attributi, testimonia una ricerca estrema nell'ambito della stilizzazione: ogni particolare si iscrive in una superficie concava che nasce dalla fronte sporgente e termina con la proiezione della bocca. Il Kpelie serve a ricordare ai neofiti la fragilità delle opere umane e i pericoli derivanti dal disordine verificatosi in conseguenza del primo adulterio mitico. Ordine e disordine, mito e storia, tradizione ed evoluzione, questa eterna tensione che rende vulnerabili le società e le culture, si ritrovano al centro dell'arte senufo conferendole una portata universale.

In conclusione a questo breve scritto in cui sono tracciate per linee essenziali le nozioni principali sulla maschera Kpelie, posso soltanto aggiungere che moltissimi collezionisti ed estimatori di arte africana hanno iniziato il loro cammino con l'acquisizione di una maschera di questo tipo che, per quei fortunati che sono entrati in possesso di un esemplare originale, resta per sempre indimenticabile come ogni primo amore.
 

Marcello Lattari

 

Bibliografia:

1) L'ART AFRICAIN, Les principales ethnies de l'art africain par Francoise Stoulling-Marin, pag. 512 - 513 - 514, Citadelles & Mazenod, 1988, Paris -

2) MASCHERE D'AFRICA, collezione etnografica - Ornella Pasini & Luigi Banfi - Arcisate (Varese)

3) SENUFO (Siena) Arte, Georges Balandier, ordinario alla Sorbona; direttore dell'Ecole pratique des Hautes Etudes, Paris.

4) DICTIONNAIRE UNIVERSEL DE L'ART ET DES ARTISTES - Fernand Hazan - 1967-1968, Paris

 

 


 

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