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Marcello Lattari

 

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Marcello Lattari: " FONDAZIONE PASSARE' " - presentazione della collezione ai concittadini ed alla stampa - "Un giorno a Milano ospite della fondazione Passaré" - recensione - Milano - 16 ottobre 2008

 

 

 

 

Indice editoriale

 

Un giorno a Milano ospite della Fondazione Passaré

- recensione di Marcello Lattari -

 

   Il richiamo invisibile dell'oggetto del desiderio comincia la sua fase romanticamente ossessiva al ricevimento graditissimo dell'invito per partecipare alla presentazione, alla stampa come anche ai suoi concittadini, della Fondazione Passaré: é imperativo partire e raggiungere gli spazi dove si svolgeranno sia la conferenza che l'esposizione delle opere d'arte, per assorbirne la splendida e magica atmosfera e contemporaneamente diventare  una piccolissima ma indelebile parte del  ricordo individuale e della memoria generale ed oggettiva di questo straordinario avvenimento.

   Dopo l'Espace Berggruen di Parigi, la Fortezza del Priamar di Savona e la Casa Museo Jorn di Albissola Marina, che ho avuto opportunità di visitare minuziosamente per gentile ospitalità e rara signorilità di Giuliano Arnaldi, non sarebbero potuti risultare inferiori o di secondo piano gli spazi a Milano concessi dalla  Fondazione Biblioteca di Via Senato, dove, nella splendida Sala Campanella, ho avuto modo e occasione di riammirare ed apprezzare ancor diversamente le varie opere d'arte della Fondazione Passaré, inserite in un maestoso e solennemente silenzioso involucro di cultura stampata che, senza soluzione di continuità, è risultato essere un supporto adeguatissimo per la collazione di due tradizioni culturali diverse ma nello stesso tempo ambedue fattrici di uguali indici e coefficienti per essere inserite in modo irreversibile nella universalità dell'Arte.

 

- Quanto manca alla vetta? -

- Tu sali e non pensarci! - **

   Durante la lunga saturazione della propria vita, Alessandro non ha mai chiesto quanto mancasse alla vetta, come del pari ogni uomo assetato di cultura non rimpiange i propri sacrifici ma sa usarli per migliorare se stesso e gli altri e per contribuire, comunque, alla conservazione di una porzione della Storia dell'Umanità. In questo caso il soggetto della proposizione è l'Arte, non importa se "Africana" o "Moderna", ma "Arte" corroborata da "appunti storici" da tramandare e da conservare categoricamente. E' attraverso la lettura di tante piccole storie che viene letta la grande Storia! Soprattutto ai ricercatori come Alessandro non interessa la Storia dell'Arte, bensì l'Arte nella Storia. Non ha importanza sapere quanto manca alla vetta: è necessario continuare a salire, sempre.

   A tal proposito e non a caso che ne risulta la continuità: La Fondazione Alessandro Passaré per la promozione e lo sviluppo delle Arti Primarie, nata per volontà di suo figlio Massimo, che ha come principale obiettivo il rafforzare la certezza del significato comune alle diverse espressioni dell'arte, sublimando così tutti i vari limitativi recinti e tipi di circoli culturali in cui anacronisticamente si dibatte un intendimento culturale assolutisticamente "occidentale". Il progetto è alquanto ambizioso e molto nobile nello stesso tempo e sono certo che la sua esecuzione sarà realizzata nel migliore dei modi.

 

Impegno e professionalità

   L'impegno di Massimo è evidente e cristallino e celebra la volontà di suo padre. Questo è uno splendido ed eloquente esempio dell'immortalità della Memoria che si nutre di continuo di rivisitati attimi ripetitivi del passato e di porzioni spazio-temporali funzionali ed innovativi per il futuro, dato che il presente consiste soltanto in un segmento di tempo impercettibile, scandito per convenzione come confine aleatorio tra il "certo" ed il "futuribile". Il significativo patrimonio artistico lasciato da Alessandro continuerà a "significare" ed è proiettato nel Futuro attraverso la Fondazione: si sarebbe silenziosamente estinto in quel segmento impercettibile di tempo che è il Presente se fosse stato convertito soltanto in una quota corrispondente di danaro. Alessandro, come ogni collezionista che si rispetti, amava l'arte per quello che é e non per ciò che vale in danaro. Il suo esempio ci insegna che il vero collezionista risulta essere colui il quale, con sommi sacrifici di diversa natura, riesce a creare una collezione figlia del suo sentimento e frutto della propria ricerca e che il Futuro consoliderà e nominerà col nome del suo creatore. Ma, altresì, chiunque usa collezionare soltanto reperti altrui, non potrà mai ereditare dal Futuro la soddisfazione immortale di passare alla storia con l'identificazione della collezione col proprio nome, bensì soltanto il magro e terreno risultato, post mortem, di lasciare ai posteri un determinato valore in danaro che il più delle volte non sarà proporzionato per mancanza assoluta di conoscenza da parte degli eredi stessi e purtroppo, non essendo pertanto apprezzato, malamente si volatilizzerà: sic transit gloria mundi.....!

   Dunque esprimo tutta la mia stima ed ammirazione per Massimo Passaré il cui impegno, oltre che dalla sua cara famiglia, è sostenuto in modo eccellente ed altamente professionale dal sovrintendente Giuliano Arnaldi, uomo dalle mille risorse e fattore insostituibile per il prosieguo e per l'affermazione ancora più sconfinante della stessa Fondazione. La sua operatività è seconda soltanto alla sua operosità ed il suo "savoir y faire" è universalmente ed oggettivamente riconosciuto: a lui non c'era e non c'é alternativa. La vicinanza con l'amico Pierre Amrouche è diventata la risultante vincente e reciprocamente soddisfacente che ha creato, con utile propedeutica, un connubio di idee vulcaniche e rivoluzionarie anche per l'interpretazione di una moderna maniera di concepire i musei, per come si evince dalla efficace relazione del presidente Massimo Passaré. L'Arte Africana in Italia, per una sua maggiore affermazione e conoscenza, resta debitrice, oltre che verso la Fondazione Passaré, anche nei confronti di Giuliano Arnaldi, per la sua opera di penetrazione a livelli internazionali. Grazie anche da parte mia, Giuliano.

 

fabbriche di idee e di emozioni

   Tornando all'esposizione delle opere d'arte, della quale ho effettuato un ampio reportage fotografico, visibile nello spazio web che ho dedicato a questa manifestazione, non posso non esprimere il mio compiacimento dopo aver visto l'interesse che ha creato tra i visitatori. Infatti, dalle fotografie, è evidente in parte anche lo stato d'animo degli ospiti, intenti a percepire le emozioni e a soddisfare la propria giusta curiosità quale base di lancio per cominciare ad acquisire conoscenza. Resta impellente, dunque, edificare le fabbriche di idee e di emozioni affinché anche chi non ha la possibilità di raggiungere i musei classici possa soddisfare la propria voglia di conoscenza con l'acquisizione di idee innovative e con l'assorbimento di emozioni irripetibili. Ormai siamo al punto di non-ritorno e l'Avventura Passaré ha varcato con pieno merito e sacro diritto la soglia restrittiva dell'isolazionismo culturale delle Arti Primarie e, scompaginando in modo definitivo i vari dubbi di maniera preconcetta e sbaragliando i falsi timori riverenziali del tutto privi di fondamento ed ostativi alla esatta formulazione di qualsivoglia giudizio appropriato, di conseguenza è pronta ad avanzare orgogliosamente per prendere incontestato possesso definitivo del posto e del ruolo a lei assegnati dalla Storia sia nell'ambito nazionale che in quello internazionale.

Milano, 16 ottobre 2008

Marcello Lattari

**(F.W.Nietzsche)

 

 

 

 

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