A F R I C A R T E

Marcello Lattari

 

African Art - Art Africain - Africart - Arte Africana - Tribal Art / Marcello Lattari
A R T E S A F R I C A N A E
 

www.africarte.it

UNESCO Archives Portal An international gateway to information for archivists and archives users

 

news

 

 home        etnie       mappe etniche        foto storiche        consigli        expertise        curiosità        miti e leggende        masterpieces        collezioni        links        mail        contatti

 

 

Fabrizio Corsi: " Viaggio in fondo alla notte. L'arte delle etnie dell'equatore africano". Una Mostra finalizzata alla ricerca. Rimini, Museo degli Sguardi: Marzo-Giugno 2007

 

 

 

 

Indice editoriale

 

UNA MOSTRA FINALIZZATA ALLA RICERCA

- Fabrizio Corsi -

         Il titolo della mostra, “Viaggio in fondo alla notte”, fa riferimento, innanzitutto, al romanzo (1932) di Louis – Ferdinand Celine che visse alcuni anni della sua esistenza fra il Cameroun ed il Gabon; descrizione magistrale del contesto fisico ed umano della zona, che manifesta il travaglio, la paura, lo stato di perenne malattia di un occidentale che si trovi ad affrontare per un lungo periodo le condizioni di vita di questa parte dell'Africa, nella quale io stesso ho lavorato per  tre anni.

         Poi “la notte” della foresta pluviale, habitat della maggior parte delle etnie presentate nella mostra, dove il cielo, frequentemente coperto da uno spesso strato di nubi, e le immense chiome degli alberi, condannano gli esseri viventi ad un'ombra continua.

         Ma è anche “la notte” delle nostre conoscenze sulla cultura di questi popoli: fino a pochi anni fa, rari erano le opere pervenute in occidente da questa zona e, quindi, frammentaria la nostra visione dell'arte prodotta dalle diverse etnie che, va ricordato, si erano rifugiate in questo contesto fisico tremendo principalmente per sfuggire alla tratta degli schiavi prima, e alla avanzata della colonizzazione europea poi. Popoli sostanzialmente integri, che avevano preservato a duro prezzo la loro identità religiosa e culturale; etnie organizzate in società segrete, meccanismi di autodifesa verso “l'esterno” innanzitutto, che vigilavano affinché nulla di quanto accadeva nel loro seno fosse rivelato: il silenzio era l'obbligo più forte al quale erano tenuti gli adepti fin dall'adolescenza. In tempi recenti il controllo di queste società si è ridotto come conseguenza di tre fenomeni concomitanti:

·          l'impoverimento economico dovuto alla diffusione dell'AIDS, che ha costretto molte persone a vendere tutto ciò di cui disponevano, oggetti sacri inclusi, per far fronte alla malattia;

·          il contatto sempre più stretto dei giovani con la cultura occidentale, che ha allentato i vincoli derivanti dagli interdetti religiosi;

·          ma soprattutto l'adesione di un numero crescente di persone all'Islam, che ha scardinato dall'interno le società segrete e provocato la distruzione o la vendita in massa degli “idoli”.

         Di conseguenza sono pervenute sul mercato quantità imponenti di opere, raccolte in modo indiscriminato.

         Questo fenomeno comporta una serie di effetti che si riflettono sulla mostra , vale a dire:

·          Autenticità delle sculture esposte.

         Il primo obiettivo che mi sono proposto è di offrire al visitatore della mostra una panoramica, più completa possibile, degli stili artistici esistenti nella regione: per raggiungere questo scopo in un paio di casi sono stato costretto a ricorrere a opere (puntualmente segnalate nelle schede) relativamente recenti. Ma per il resto ho scelto oggetti che, alla luce della mia esperienza di 36 anni, per materiale ed usure offrono solide garanzie di autenticità.

·          Attribuzioni e significati delle opere.

         In qualche caso la raccolta indiscriminata ha reso difficile l'attribuzione delle opere alle numerose etnie che vivono nel vasto territorio analizzato, problema reso più acuto da due fenomeni concomitanti: da una parte la maggior parte delle persone vive in villaggi minuscoli e sparpagliati assai poco collegati fra di loro e socialmente autonomi. Quindi, anche se ogni etnia ha elaborato nel corso del tempo un suo stile artistico, esistono tante variazioni portate alle forme tipiche. D'altra parte esiste una tendenza generale ad imitare gli stili delle popolazioni vicine, come rilevato anche da studi recenti (Falgayrette et. al., 2006), fino al punto di commissionare ad altre etnie la realizzazione di sculture, caso assai raro in Africa Nera.

         Ancora più difficile conoscere l'utilizzazione ed il significato delle opere, perché in qualche caso ci si trova di fronte a nuove tipologie, in altri l'interpretazione degli oggetti raccolti appare in contrasto con le versioni correnti, che spesso si basano su dichiarazioni ottenute da adepti delle società segrete, obbligati a mantenere il silenzio sui rituali più importanti. Personalmente credo che le sculture autentiche siano la fonte più credibile di informazioni della quale disponiamo, perché attraverso le simbologie iscritte sulle opere si può risalire spesso al loro significato ed utilizzazione. Ovviamente questo lavoro porta ad un'ipotesi parziale che, comunque, va confrontata con altre opere della stessa tipologia ed alle versioni esistenti per diventare un dato affidabile.

         Nel seguire questo metodo di ricerca sono confortato, dalle parole di uno studioso che ammiro, Bernard de Grunne che, trovandosi ad analizzare un'opera sulla quale esistevano due interpretazioni in netto contrasto fra di loro basate sulle dichiarazioni di notabili Bamileke, rilasciate in momenti diversi, avanzava una terza ipotesi fondata sulla sua “lettura” dell'oggetto, concludendo “Il meglio che possiamo fare è spesso di identificare le problematiche e proporre suggerimenti per la loro soluzione, con tutte le precauzioni dovute, come primo gradino per ulteriori ricerche” (De Grunne, 1984, p. 94).

         In questa ottica concepisco la mostra come un'occasione per allargare le nostre conoscenze sulle culture della regione: da parte mia in alcuni casi proporrò un'interpretazione che si basa sull'osservazione continua dell'opera (il privilegio del collezionista); la mia ipotesi potrà essere accolta o respinta dagli studiosi che visiteranno la mostra: ma il mio scopo è di aprire un fertile dibattito destinato a mettere a fuoco problematiche che saranno recepite nelle esposizioni che, nelle mie intenzioni, seguiranno la presente.

         Infatti sarei felice di continuare il lavoro intrapreso con questa mostra con un'altra organizzazione pubblica, integrando con nuove opere quelle presenti nell'esposizione.

         Conto quindi sul contributo di studiosi e antiquari per eliminare errori o perfezionare le mie ipotesi; ma anche sull'apporto di immagini pertinenti di opere possedute da altri collezionisti, che permetteranno di confrontare le opere della mia collezione con tipologie simili.

Rimini, 10 Marzo - 3 Giugno 2007

Fabrizio Corsi

 

 

 

 

African Art - Art Africain - Africart - Arte Africana - Tribal Art / Marcello Lattari

 home        etnie       mappe etniche        foto storiche        consigli        expertise        curiosità        miti e leggende        masterpieces        collezioni        links        mail        contatti

 

African Art - Art Africain - Africart - Arte Africana - Tribal Art / Marcello Lattari

I diritti, i testi, i nomi, i marchi e i banner riprodotti in questo sito sono di proprietà dei rispettivi titolari.

Le immagini, anche se non coperte da copyright, sono di proprietà degli autori delle opere riprodotte.