SOLI PENDENTI
DOGON
La collezione di
Pierluigi Peroni
- prefazione di Marcello Lattari -
Gli amatori e gli appassionati di Arte
Africana arricchiranno la loro cultura trovandosi a stretto contatto
visivo con degli oggetti alquanto sconosciuti ed avranno un argomento in
pių su cui confrontare le proprie gradualitā di conoscenza relativamente
agli studi sulla storia e sulle evoluzioni dello spirito artistico e del
fabbisogno cultuale delle popolazioni africane.
La splendida collezione dei "pendentifs
dogon" non lascia molto spazio agli sproloqui interpretativi di chi
brancola nel buio e si arrampica sugli specchi pur di esprimere delle
parole prive di concetto ma, comunque, sentenziose ed altisonanti,
provviste dell'innaturale eco della pseudo-notorietā.
Lo spirito del vero collezionista č
l'essenza dell'araba fenice e ne notiamo la folgorante resurrezione nelle
emozioni che risultano essere indiscutibilmente reali e gradevolmente
presenti nelle proposizioni introduttive dello stesso Peroni che
sinceramente ha messo a nudo il proprio "nyama" offrendo, a chi legge, lo
strumento per esprimere l'assenso ed ogni benevolenza per il suo scritto e
per la sua passione.
Certamente questa collezione č motivo di
orgoglio per tutti e ci troviamo al fianco di chi l'ha realizzata con
sacrifici non soltanto economici sfocianti nella gioia di aver raggiunto
l'oggetto del proprio desiderio e nella consapevolezza di arricchirla
ulteriormente, con altrettanti sacrifici: č il ciclo dell'Acqua che vaga
tra il Cielo e la Terra per merito del Sole.
Ed il Sole č il soggetto protagonista
silenziosamente loquace e motore immobile quale ieratico ispiratore degli artisti
fonditori, dei notabili ed iniziati possessori e portatori, del
collezionista conservatore della sua essenza e tradizione. Il "Nommo" di
Ogotemmeli come "Aton" di Akenāton: millenni di lontananza temporale e
presunzione di contemporaneitā oggettiva nel significato: quale stupendo
idillio di universalitā!
Dunque a vincere č la Luce. Le Tenebre sono bandite.
Il calore del sole fa germogliare il seme e la Vita ricomincia il suo
ciclo, rotondo come i "soli pendenti dogon".
Gennaio 2006
Marcello Lattari
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